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CORTOMETRAGGIO “XX SETTEMBRE”

Convegno “Restituire l’Emilia in qualità” – 25 ottobre 2013, Modena

Il cortometraggio “XX settembre”, del regista Vincenzo Pisani – realizzato grazie al contributo di Resin Proget s.r.l. – è stato presentato in anteprima nell’ambito del tavolo di lavoro “Restituire l’Emilia in qualità”, tenutosi a Bomporto (MO), il 25 ottobre 2013, nella splendida cornice di Villa Cavazza, promosso dalla rivista “La città del secondo rinascimento”, Confcommercio Emilia Romagna, Ance Modena, Ardea Progetti e Sistemi e patrocinato, tra gli altri, dalla Regione Emilia Romagna.

 

 

Prodotto in poco più di dieci giorni di lavoro (tra riprese e montaggio), il film racconta la storia di un ricercatore londinese, Nigel Moses, che torna nella Bassa modenese proprio il 20 settembre 2013, a oltre un anno dal terremoto che ha colpito l’Emilia tra il 20 e il 29 maggio 2012, per verificare in prima persona come stia procedendo la ricostruzione e per intervistare alcuni imprenditori delle aziende danneggiate.
Ne emerge il ritratto di cittadini che, non solo non si sono arresi dinanzi a difficoltà estreme, ma hanno cercato di approfittare delle circostanze per reinventare la propria attività e, nei 17 mesi successivi al sisma, nonostante le risorse finanziarie scarseggiassero e i contributi alla ricostruzione fossero bloccati nei meandri della burocrazia, non hanno mai rinunciato ai loro progetti di ricerca e di investimento.

Anche per il contesto in cui è stato presentato, questo cortometraggio non vuole essere una denuncia verso le istituzioni locali, che, peraltro, sono intervenute al dibattito con prontezza e puntualità di dati. Ciò che viene preso di mira, invece, è la macchina della burocrazia che, a causa della sua farraginosità, frena le attività di ricostruzione, così come tutte le libere iniziative nel nostro paese.
Il sistema di controlli ex-ante, necessari per rilasciare le autorizzazioni di legge, anziché ex-post, come avviene, invece, nel mondo anglosassone, non aiuta l’impresa e rallenta, anzi, quel processo di sviluppo che farebbe del nostro un paese moderno.
Il rischio, sempre più attuale, è quello di vedere i paesi europei nostri vicini popolarsi di nostri connazionali, ormai sfiancati da questa continua ed estenuante “lotta contro i mulini a vento”.