Brainworking

 

Dal 1997, promuovo il brainworking perché sogno una società senza salariati e senza assistiti, una società di brainworkers.
Era il 1988 quando il termine brainworking veniva ufficialmente divulgato nell’ambito del programma FAST dell’Unione Europea. Nel 1997, con il libro Sfide per giovani economisti, di Emilio Fontela, economista del Club di Lisbona e dell’Università di Madrid, che aveva partecipato al programma, usciva in Italia il primo documento di orientamento ai corsi per la formazione di brainworkers (organizzati dall’Università Internazionale del Secondo Rinascimento e cofinanziati dal FSE e dalla Regione Lombardia).
Il 7 novembre 2000, ho invitato per la prima volta a Modena Emilio Fontela, che ha tenuto una conferenza alla Facoltà di Giurisprudenza, intitolata Come divenire imprenditore nel ventunesimo secolo, in occasione dell’uscita del suo libro con lo stesso titolo. Quello che emerge dalle pagine del libro di Fontela è un imprenditore nuovo e antico: tra le caratteristiche del “lavoratore di cervello”, l’autore evidenzia la creatività, l’innovazione, l’astrazione, la capacità di rischio, l’attitudine al ragionamento estetico e intellettuale. Questo imprenditore, che Fontela in un’intervista definisce “un altro poeta”, è nuovo perché è quello che è venuto crescendo ed è risultato vincente in Italia nella piccola e media impresa, che ha contribuito a formare i distretti che rappresentano, come dice Fontela, l’impresa del futuro e fanno scuola in tutto il mondo; ma è antico perché affonda le radici nel Rinascimento, nella bottega in cui il maestro, uomo di cultura, oltre che d’ingegno, non delegava agli allievi e ai tecnici né la mano né il cervello della bottega, si avvaleva del talento di ciascuno senza considerarlo esecutore o esperto a cui affidare decisioni importanti, semmai contribuiva perché ciascuno, nel dispositivo della bottega, divenisse artista. Tant’è che spesso risulta impossibile attribuire a qualcuno un’opera proveniente dalla bottega di un maestro del Rinascimento. Produrre, vendere e comunicare erano frutti inscindibili della mano intellettuale, come la chiamava Leonardo da Vinci, il quale non si chiedeva se fosse meglio o più difficile comandare o obbedire.
Dal 1997, promuovo il brainworking perché oggi è inaccettabile negare questa lezione, chiedendosi chi sia il vero cervello dell’impresa, chi sappia meglio comandare o obbedire.
Ciascuno può divenire imprenditore senza attendere di essere in possesso di capitali prima di avviare l’attività, se s’ingegna e valorizza il proprio patrimonio intellettuale in direzione della qualità, della cifra come capitale intellettuale. E ciascun imprenditore può divenire brainworker, se procede dall’integrazione tra cultura e impresa, tra invenzione e arte, senza cadere nei facili slogan che pretendono d’incasellare l’impresa in una società verticale, orizzontale o circolare, passando dal fordismo al capitalismo molecolare e, infine, alla sharing economy.
Il 2 aprile 2004, con la Nuova Didactica (Scuola di Management di Confindustria Modena), in collaborazione con l’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna e la casa editrice Spirali, abbiamo avviato il progetto pilota Brainworking: il cervello dell’impresa, con l’intervento di tre testimonials del brainworking (Armando Verdiglione, Giampiero Cantoni e Carlo Sini), rivolto a chi intendeva acquisire gli strumenti necessari per instaurare nell’azienda dispositivi di valorizzazione del patrimonio intellettuale e dispositivi di direzione, di comunicazione e di qualità.
I risultati del progetto pilota hanno portato all’organizzazione del primo forum internazionale dal titolo Brainworking. Il cervello dell’impresa. Il business intellettuale in Italia e in Europa per l’avvenire della civiltà planetaria, che si è tenuto il 25 novembre 2005, a cui è seguito un secondo forum internazionale, Il valore dell’impresa, e un terzo, La politica dell’impresa, sempre in collaborazione con la Nuova Didactica di Confindustria Modena, l’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna e la casa editrice Spirali.
Nella sezione “convegni” di questo sito sono elencati alcuni degli appuntamenti internazionali e intersettoriali che abbiamo organizzato negli anni successivi. Mentre sul sito www.lacittaonline.com sono pubblicati gli interventi dei relatori e le testimonianze degli imprenditori di vari settori, che hanno tratto profitto dai dispositivi di brainworking instaurati nelle loro aziende.